Siamo a Barolo, ai piedi del Castello Falletti, il vecchio forno del paese era a disposizione degli abitanti del borgo e di quelli delle zone circostanti per infornare il pane, che un tempo, le massaie preparavano a casa.

“Mia mamma era del 1924 e abitava a Barolo. A quei tempi il pane si faceva in casa ma noi non avevamo il forno, mia nonna lo impastava e poi lo portavamo a cuocere al forno del paese”

A parlare è Daniela Cravero della panetteria “Dal forno dei Fratelli Cravero” che, insieme al fratello Guglielmo e da 10 anni anche con il nipote Stefano, dal 1979 gestisce l’attività di produzione e vendita. Un punto di riferimento per Barolo, ma anche per i numerosi turisti che arrivano da tutto il mondo. Alla fine degli anni ’90 il negozio si sposta dalla sua sede originaria nella piazza centrale del paese e fa un salto importante, termina la produzione del pane per dedicarsi a quella dei grissini stirati a mano.

La storia di Daniela è un viaggio tra passato, presente e futuro, quarantatré anni di lavoro svolto con passione e dedizione, un’attività che, in un periodo buio della sua vita, è stata addirittura una salvezza.

Partiamo dal passato, dalla memoria!

Daniela nasce sessant’anni fa a Barolo, nel piccolo Borgo che ha dato nome al re dei vini, il Barolo appunto. È una ragazzina vivace e dinamica, la sua storia si intreccia con quella del forno del paese, quando il vecchio proprietario va in pensione e intende cedere l’attività. Nonostante lei e il fratello non sapessero panificare e non avessero le possibilità economiche per rilevare il forno, con determinazione e lungimiranza hanno stretto un accordo con il proprietario: “ci insegni a fare il pane e poi paghiamo.”
Così è stato, lei appena diciassettenne, insieme al fratello più grande di lei di dieci anni, nell’arco di poco, pagano quanto serviva per acquistare il forno e cominciano un’avventura che li porta alla notorietà in tutto il mondo, soprattutto per i grissini stirati a mano.

Come nasce il grissino stirato a mano torinese.

La nascita di questo tipo di pane friabile ha una storia curiosa. Siamo alla corte dei Savoia quando, nel 1679, il medico reale dà indicazioni al fornaio della corte, Antonio Bruneo, di ideare un pane che potesse essere digeribile. Il piccolo Vittorio Amedeo II, futuro re, infatti aveva problemi a digerire la mollica del pane, fu così che grazie a lui il grissino, pane senza mollica, fa ingresso nella storia e nelle nostre tavole. Il termine grissino deriva dalla parola piemontese ghërsa, ghërssin, grissino, che indica il classico pane della tradizione di forma allungata.

Eccoci arrivati al presente!

I grissini di Daniela e Guglielmo fanno il giro del mondo e ricevono numerosi riconoscimenti dai media italiani e stranieri. Ricordo con grande piacere le diverse occasioni in cui sono andata con giornalisti e tv a vedere l’affascinate preparazione dei grissini e rimanere incantata dalla descrizione coinvolgente di Daniela.

“In cantina abbiamo due scatoloni di ricordi, libri, giornali, riviste che parlano di vini, delle Langhe e dei nostri grissini, per me è una cosa bellissima.”

Daniela ammette che parte della loro notorietà arriva dalla posizione strategica di Barolo per il turismo e grazie alle numerose cantine del territorio che accompagnano le degustazioni con i grissini per il suo gusto anonimo, né salato, né dolce, che si sposa benissimo con il vino. Il vecchio proprietario del forno li produceva, anche se in quantità decisamente minore: “…abbiamo incentivato la produzione, la conoscenza e li stiamo producendo in grandi quantità.”
Parliamo di un aumento incredibile, la produzione è passata dai 3 kg a settimana a 80, 90, 100 kg quasi tutti i giorni con un’importante varietà.

“I grissini stirati a mano sono il nostro punto di forza, ne abbiamo tantissimi, ne facciamo di tutti i gusti e formati, e questo la gente lo apprezza molto. Abbiamo 12 gusti: classici, semi di sesamo, rosmarino, peperoncino, noci, nocciole, olive, integrali, farro, Kamut, mais e sette cereali. La collaborazione con il vicino Mulino artigianale Sobrino a La Morra per noi è un grande vantaggio e garanzia di qualità, utilizziamo tutte farine biologiche. Inoltre usiamo solo lievito naturale, la mattina facciamo gli impasti, poi li copriamo come fossero dei bimbi, e li teniamo al caldo, e i giochi sono fatti”

In quarantatrè anni di attività il forno non ha mai chiuso, principalmente per garantire ai locali una continuità del servizio, lei e il fratello si alternavano per andare in vacanza. Il negozio, dopo la morte del marito di Daniela, ha rappresentato per lei una salvezza: il contatto con la gente, il loro calore, la soddisfazione del lavoro sono state una cura che l’hanno strappata da una possibile “caduta”, come Daniela mi racconta: “il negozio mi ha salvato, suppongo da una depressione”

Nonostante Daniela abbia trascorso la maggior parte della sua vita al lavoro, è riuscita a dedicare del tempo alle sue passioni. L’amore per i viaggi l’hanno portata in giro per il mondo: Argentina, Patagonia, Vietnam, India, Uzbekistan… “Tutti i viaggi a me hanno lasciato un ricordo indelebile perché io sono una curiosa per natura.”
Adesso che è in pensione, anche se continua a lavorare, si è ripromessa di concedere ancora più tempo ai suoi interessi, i viaggi appunto, la montagna, la lettura e le amicizie: “sedermi ad un tavolo e chiacchierare con gli amici mi piace molto”

E siamo arrivati al futuro della panetteria “Dal forno dei Fratelli Cravero”!

Stefano, il figlio di Gugliemo, con lo stesso spirito, e forse con qualche idea di innovazione, porterà avanti un’attività che in quasi cinque decenni ha visto passare tanti volti, tanti vissuti e custodito molti ricordi ed emozioni.

A questo punto rimane da fare solo una cosa, andare a Barolo per assaggiare i grissini di Daniela, Guglielmo e Stefano, e mentre lo gustate chiudete gli occhi e immaginate di quanto amore, passione e vissuto è intriso. A volte non abbiamo bisogno di andare alla ricerca di cose grandiose perché la “grandezza” è a portata di mano, dobbiamo solo fermarci un attimo e vivere il qui ed ora!

© Foto “Dal forno dei Fratelli Cravero”