Coaching olistico

Da qualche tempo ho cominciato un percorso formativo sul coaching olistico. Ho molto a cuore le relazioni e la valorizzazione delle persone all’interno dell’azienda, come anche quella del singolo professionista o persona che vuole apportare miglioramenti e cambiamenti in ogni aspetto della propria vita privata, grazie anche ad un mindset consapevole ed efficace. Aiuto ad individuare, esplorare gli obiettivi, i sogni, e come raggiungerli.
Perché “olistico”? Perché penso che una vera crescita professionale dipenda anche da quella personale. I due aspetti sono strettamente collegati e a beneficiarne sono tanto le persone (dipendenti, stakeholder…) quanto le aziende.
Il coaching è una risorsa chiave per l’azienda che vuole darsi valore e vuole sviluppare al meglio i talenti all’interno del brand e dei dipendenti. Attraverso l’aiuto del coach può migliorare la performance sviluppando maggiori punti di forza e intervenendo in alcune aree con strumenti delicati e dedicati.
I tre pilastri fondamentali da tenere presente nel Coaching aziendale sono:
- Migliorare le relazioni tra i dipendenti con la leadership e la dirigenza: uso della comunicazione efficace, osservazione delle emozioni…
- Migliorare la performance aziendale e personale.
- Migliorare la consapevolezza dei singoli e del gruppo, la responsabilità e la capacità di delegare.
Tutto ciò favorisce:
- Il miglioramento della performance operativa
- La definizione e il raggiungimento degli obiettivi sfidanti.
- La definizione del piano di azione efficace, efficiente e di grande soddisfazione per il singolo individuo.
… e altro ancora!
Sempre più aziende passano da un modello organizzativo tradizionale a quello olistico, in cui l’approccio umano alla visione e alla vita dell’azienda sono fondamentali e l’azienda viene concepita come entità unica e non come singole entità divise. Le persone sono importanti, le potenzialità delle persone favoriscono il successo di un’azienda lavorando a favore della risoluzione della conflittualità, il superamento degli obiettivi divergenti e l’apertura oltre la miopia strategica.