Per lei i suoi allievi sono importanti, la completa disponibilità è uno dei suoi valori aggiunti. Lorenza ha una voce incredibile, pulita, precisa ed avvolgente. Limitarsi all’insegnamento sarebbe stato un peccato, infatti fa la corista da diversi anni in contesti di tour nazionali ed internazionali e in studio. È anche musicista, ha studiato al conservatorio e ha preso la magistrale in canto jazz. Dal qualche anno la vediamo in tour con Levante!

Quando hai cominciato ad avvicinarti al canto e alla musica? C’è un episodio scatenante che puoi raccontarmi?

“Ho iniziato lo studio del mio primo strumento musicale all’età di otto anni studiando chitarra classica. Avrei desiderato inizialmente studiare pianoforte, ma convinta dai miei genitori che vedevano la chitarra come uno strumento più “trasportabile”, ho intrapreso lo studio dello strumento che poi ho portato avanti per diversi anni fino al compimento medio del diploma di vecchio ordinamento del Conservatorio. Poi ho abbandonato perché lo studio iniziava a farsi davvero molto impegnativo e probabilmente non essendo il mio strumento di elezione ero poco motivata a continuare. Più che un singolo episodio scatenante posso dirti come è maturata la decisione di fare solo questo nella vita. Dopo il liceo avevo iniziato l’università, così la strada si è fatta piuttosto densa di libri. La cosa buffa è che non ho scelto esattamente un indirizzo generico ma mi sono iscritta a Veterinaria. Mi sono laureata in Veterinaria, sempre continuando a lavorare come cantante e poi ho deciso che avrei proseguito solo su quella strada. Sono diventata certa di questa scelta un po’ alla volta durante gli anni di università che ho portata a termine, anche perché la medicina mi appassionava e l’amore per gli animali mi guida da sempre. Sapevo però che se avessi dovuto scegliere avrei deciso per la mia passione maggiore. Per cui dopo qualche anno di decompressione dallo studio mi sono iscritta al Conservatorio e ho preso la magistrale in canto jazz.”

Quali emozioni provi quando canti?

Be’, io credo che nel mio caso dipenda molto da cosa canto. La mia è una professione piuttosto variegata che passa dal fare i cori a cantare brani dei tipi più diversi sia dal vivo che in studio. Però sia che faccia i cori o che canti brani interi se canto una musica che amo mi restituisce una gioia poco spiegabile. E anche una sensazione di forza molto molto intensa. Si arriva al cuore delle persone con la musica, in modo diretto e senza sovrastrutture. È molto bello pensare di fare qualcosa che per gli altri è fonte di gioia, ti fa stare bene. Anche per questo motivo sono sempre molto attenta ad avere rispetto per la musica stessa. Cerco sempre di portare qualità e attenzione perché è un dono talmente tanto grande che non ci rendiamo conto di quanto. Se proviamo ad immaginare un mondo in cui la musica non esiste, è qualcosa di simile ad un incubo, no?

Cosa ti ha spinto a seguire la professione dell’insegnamento?

Proprio questa volontà di dare il mio contributo seppur piccolo. Perché ho avuto ottimi insegnanti (non tutti ma la maggior parte) che mi hanno in una certa misura ispirato professionalmente e anche motivata a portare le cose che so agli altri. Mi piace molto insegnare, è un’attività estremamente complicata che ti porta a metterti sempre moltissimo in discussione per capire se davvero stai facendo il meglio per chi è di fronte a te. Le voci quando iniziano lo studio del canto non sono mai tabula rasa, vengono usate fin da quando si è piccoli in modi molto diversi e parlano di noi! Per cui aiutarle a venire fuori al meglio è un’attività molto intensa che regala anche grandissime soddisfazioni. Poi devo dire che sono sempre stata piuttosto fissata sull’intonazione, sulla bellezza e sull’aderenza stilistica dei suoni che sentivo. Mi piace andare a fondo quando ascolto una voce o un’artista. Capire come nasce un suono e come produrlo e poi provare a passarlo agli altri.

Qual è il tuo "perché", cosa ti spinge ad alzarti la mattina?

Io non credo di avere un perché solo. Indubbiamente per me il mio lavoro è una passione enorme, totalizzante e principale. Ma amo molto stare con le persone a cui voglio bene, occuparmi del mio giardino e delle mie piante che mi restituiscono la serenità necessaria, passare del tempo con il mio cagnolino che è un cuore di pelo simpaticissimo. Amo cantare suonare e trascorrere più tempo che posso con la musica. Ma altrettanto anche alzare gli occhi sulle rose del giardino, programmare un viaggio o un’uscita con le amiche più care. Non credo ci sia un perché unico ma tanti e mi piacciono tutti tantissimo.

Quanto sono importanti per te le relazioni nella vita personale e professionale, e soprattutto, sono importanti?

Per me sono fondamentali. Professionalmente io cerco di collaborare solo con persone con cui sto bene. Non mi adatto più alle situazioni conflittuali o che mi mettono in una condizione di non crescita. Anche perché ho imparato sulla mia pelle che se lavori con professionisti di un certo livello si cerca sempre la massima collaboratività e di creare un ambiente positivo. per fare il lavoro migliore possibile. Nella vita personale ho legami molto molto selezionati e solidissimi che mi fanno sentire davvero fortunata e che per me sono di un’importanza insostituibile: amiche che sono più sorelle, un compagno che è la mia casa e un legame molto forte con i miei genitori e con mio fratello.

Hai avuto qualcuno che nella vita ti ha ispirato e ti ha spinto ad essere chi sei o chi vorrai essere?

Sì, come dicevo alcuni insegnanti che ho avuto sono stati per me fonte di enorme ispirazione. Sia per come insegnavano sia per i musicisti che erano o che sono. Anche alcuni colleghi con cui ho lavorato, che ho sempre osservato con grande attenzione e che sono stati esempi nella loro esperienza e capacità. E poi ci sono artisti, musicalmente parlando, che guidano da sempre con la loro luce la nostra capacità di vedere la musica. É come se a noi non rimanesse altro da fare che seguire e amare la loro scia. Ci sono ascolti che rimarranno per sempre impressi a fuoco nella mia memoria, voci che popolano la mia infanzia come quella di Lucio Battisti oppure la prima volta che ho sentito la colonna sonora del film The bodyguard. Mi ha folgorata per sempre!

Raccontami un’esperienza che ti ha segnato nella vita?

Indubbiamente un segno indelebile lo ha lasciato mia nonna che ho amato tantissimo e che da quando è andata via mi manca sempre. Però mi ha lasciato il ricordo di un altro tempo e di generazioni antiche che avevano tradizioni e abitudini diversissime dalle nostre e che erano ancorate molto saldamente a piccoli luoghi e persone. Ho passato con lei la mia infanzia, vivendo porta a porta e quando la sua mente ha iniziato ad abbandonarla ho capito quanto sarebbe importante che la malattia mentale in Italia fosse gestita in modo più vicino alle famiglie che si trovano a doverla combattere. Ma tutti i ricordi di prima sono tra i più belli che terrò con me: mi ricordo gli odori, i colori…tutto! Mi ricordo gli abbracci, le sgridate perché distruggevamo i fiori con la palla, la conserva di pomodoro e gli gnocchi.

Tra le tue esperienze professionali c’è quella di Levante. Cosa mi puoi raccontare?

È sicuramente una delle esperienze più belle e importanti per me. Sia per il livello di lavoro di cui si tratta sia perché la squadra di Levante è composta solo da bellissime persone che si vogliono molto bene fra loro e che si confrontano con grande intelligenza su molti livelli non solo su quello musicale. Ci divertiamo tantissimo e non vediamo l’ora di ripartire ogni volta proprio perché l’ambiente è sempre fantastico, dai musicisti ai tecnici alla produzione. E poi sono anche particolarmente fiera di lavorare per una cantautrice, è qualcosa che ha un valore grande e che mi insegna tanto ogni volta. Lei è una forza della natura, con un’energia e un grado di forza nel trasmettere la propria musica, le proprie parole che a volte ti spiazza anche se ci sei abituato. C’è un insieme di disciplina ed energia enorme sul palco, è come se esplodesse tutto ogni volta.

Puoi dare un consiglio a chi si avvicina al mondo della musica e del canto da una parte e dell’insegnamento dall’altro? Un consiglio personale e uno professionale.

Il mio consiglio personale per chi inizia è di non farsi spaventare dal fatto che si tratta di un lavoro non ordinario, con ritmi particolari e discontinui. Perché anche se è difficile abituarcisi poi diventa una gestione come quella di tutti gli altri lavori e se uno lo porta avanti con passione, costanza e dedizione ti ripaga mille volte. Per questo se si sente forte questa volontà non ci si deve far scoraggiare da chi non lo vede come qualcosa di reale, come un lavoro vero. Perché lo è eccome! Ed è pure parecchio faticoso e totalizzante. Il consiglio personale è di non essere pigri e di metterci tutto lo studio, il talento e la forza di cui si è capaci sia nella musica sia nell’insegnamento. C’è un solo un modo di fare musica, cioè farla bene. Per chi fa il lavoro che ama è molto importante però coltivare anche delle altre passioni. Che siano i viaggi, la lettura, l’uncinetto o la briscola. Perché per dare tutto al cento per cento secondo me si deve dare al nostro io musicale una pausa di riflessione per qualche ora e dedicarsi a cose che ci piacciono, ci divertono e ci fanno stare bene. Io leggo, faccio yoga e vado a spasso con il mio cagnolino Martin che mi obbliga a stare a contatto di più con la natura facendomi un bene enorme, per poi tornare alla musica con tutta la forza e l’amore che serve.