Il quartetto Indaco mette in risalto le proprie qualità artistiche attraverso un vasto repertorio, che spazia dal classico al contemporaneo, con una particolare predilezione per gli autori del XIX e XX secolo. Inoltre, il Quartetto Indaco svolge un’approfondita ricerca sugli autori italiani e si dedica alla diffusione di nuovi linguaggi musicali.

In un weekend estivo all’insegna della musica mi sono imbattuta nel quartetto d’archi Indaco. Dal primo tocco delle corde ho avvertito una grande potenza ma anche delicatezza, armonia e sintonia tra i membri del gruppo, un’intesa e gioia per le note che una dietro l’altra andavano componendo un’opera d’arte come le pennellate di un pittore intento ad un quadro sublime.

Mi affascinava come il corpo degli artisti si fondeva con la musica e i movimenti diventavano una sua estensione. In un balletto tra fusione e personalizzazione emergevano le caratteristiche di ogni singolo musicista e allo stesso tempo una voce corale, grazie ad un perfetto dialogo tra gli strumenti.

Durante il concerto ho sentito un’attrazione particolare per un componente del gruppo, mi ha catturata la sua compostezza ed estrema eleganza, il suo sguardo fiero e dolce allo stesso tempo e naturalmente il suono della sua musica. Era inevitabilmente un leader, che con grande sensibilità guidava il resto del gruppo: Eleonora Matsuno è il primo violino del quartetto d’archi Indaco.

Alla fine del concerto l’ho raggiunta per complimentarmi con lei, ma anche per chiederle un’intervista. Ci siamo date appuntamento per una videocall per il giorno dopo alla quale ha partecipato anche Cosimo Carovani, violoncellista del gruppo.

Eleonora e Cosimo mi danno grandi soddisfazione, io che amo le storie e credo nella loro “bellezza” e forza, rimango estasiata dai loro racconti.

Eleonora e Cosimo ricevono da anni grande approvazione dalla critica nazionale e internazionale, sia come cameristi sia solisti. Eleonora collabora con diverse orchestre a livello nazionale e internazionale e Cosimo è anche compositore e scrittore. Qui la loro biografia.

Amore, amicizia, grande intraprendenza e complicità: ecco gli ingredienti delle storie che sto per raccontarvi…

Amore, non solo per la musica

Eleonora e Cosimo si conoscono sette anni fa e si sposano lo scorso maggio, il prossimo settembre condivideranno la loro unione con tutte le persone a loro vicine, organizzando una festa. Esatto, i due membri del quartetto non sono solo colleghi, ma un “violino” e un “violoncello” che condividono suoni e vita. Si incontrano ad Hannover in occasione di un corso di musica nel quale Cosimo si distingue da subito per la simpatia e per alcune esperienze in comune con Eleonora, tra cui quella del quartetto.

Una pura casualità, la violoncellista che lascia il quartetto, unisce le loro strade professionali e porta aria di cambiamento nelle loro vite. Da quel momento, Eleonora e Cosimo, con amore e disciplina, mantengono un prezioso equilibrio tra casa e lavoro: un risultato di difficile applicazione ma che, forse grazie anche alla “rilassata” cultura giapponese di Eleonora, trasmessale dal padre, riescono a mantenere in maniera esemplare.

Secondo Eleonora questo equilibrio è anche merito degli altri componenti del quartetto. Spesso, quando all’interno di un gruppo nascono molte discussioni è perché “assistiamo ad un mal di sé stessi, ad una bassa autostima che porta inevitabilmente allo scontro.”

Jamiang Santi, violista, e Ida Di Vita, secondo violino, affrontano la vita di gruppo con maturità e intelligenza anche emotiva. Jamiang, inoltre, viene da una famiglia buddhista e, anche se non è praticante, ha un approccio alla vita più sereno e accogliente.

Amicizia e vocazione

A proposito di Jamiang, è l’amico storico di Eleonora, con la quale è la “storia” del quartetto.  Dalle medie al liceo sono compagni di banco e all’età di dieci anni formano un duo musicale di violino.

Suonare in duo per Eleonora era sicuramente più stimolante che farlo da sola, ma non sentiva ancora di essere veramente completa. Così, quando anni dopo decide insieme a Jamiang di formare un quartetto, seppur studentesco, all’improvviso si palesa la “visione” di ciò che avrebbe fatto parte della sua vita. 

Quella della formazione musicale a quattro archi diventa per lei un progetto speciale e di fatto una vocazione per la quale vale la pena dedicare tutto sé stessi. Per Eleonora amicizia è anche riuscire a commuovere i sui colleghi quando insieme a loro raggiunge un coinvolgimento tale che le barriere tecniche, lo studio, la tensione verso la perfezione svaniscono e lasciano spazio all’emozione di essere dentro la musica, per sé stessi e per la musica.

Avalon è un progetto musicale a cui hanno lavorato dallo scorso gennaio fino a maggio. È da poco disponibile su tutte le piattaforme digitali.

“Un concept album composto da arrangiamenti originali di musiche del folklore nordico ed italiano, e da brani scritti appositamente per trasportare l’ascoltatore in un mondo magico, antico, fumoso colmo di leggende e di suoni dimenticati. Un viaggio atipico, un album ed un progetto unici nel loro genere.”

C’è ancora tanto da raccontare: dell’intraprendenza di uno dei membri del gruppo e della complicità del quartetto potete trovarla nella seconda parte dell’articolo.

Il consiglio di Eleonora

“Perseguire il proprio “godimento” con serenità. Studiare, perseverare per il raggiungimento di un obiettivo è necessario. Il nostro è un lavoro faticoso perché prevede uno studio costante, un confronto continuo, un giudizio di sé stessi e degli altri che a volte può sfinirti, ma dobbiamo ricordarci di quanta grazia c’è in quello che facciamo e delle emozioni che ne derivano e trasmettiamo agli altri. “Godiamo” di tutto questo!”

© Galleria: Ernesto Casareto e Paolo Andreoli