Ci sono anime meravigliose che non passano indifferenti e in qualche modo lasciano il segno. Si nutrono della bellezza che ci circonda e non consentono all’”altro” di condizionare la naturale predisposizione all’“amore”.

Ho avuto il piacere di conoscere Natascia qualche anno fa ad una festa tra amici per poi ritrovarla grazie alla passione comune per il canto. Da qualche mese mi sono unita al coro Milanollo di Savigliano che dirige da due anni e da questa esperienza è nata un’intesa.

È un’artista eclettica e dinamica: cantante lirica, pianista, manager del celebre violinista Uto Ughi, si occupa di management ed eventi culturali e musicali. Ma quello che mi affascina di lei, e che la rende speciale, è la sua generosità, la disponibilità verso gli altri e la sua emotività che si percepisce distintamente dalle sue parole.

“Metto tutta me stessa in quello che faccio, e lo faccio con la sincerità, con il rispetto delle persone, delle situazioni e con il massimo della correttezza. Non riesco ad essere diversa, devo essere sincera fino in fondo, altrimenti avverto un disagio.”

Veniamo al mondo con un ruolo ben definito, siamo figli che si affacciano alla vita con un carico potente di aspettative e i genitori sono determinanti nella formazione dell’adulto che diventeremo.

Sergio Chiarlo, musicista e fondatore del coro del Teatro Milanollo di Savigliano, è una di quelle figure che ha influito in maniera incisiva nell’esistenza dei figli. Lo scorso 7 giugno Sergio si spegne, lasciando un vuoto immenso, colmato solo in parte dalle numerose storie raccontate dalle sue coriste, che delineano il ritratto di una personalità forte, fuori dagli schemi, generoso, autentico e spesso difficile da comprendere. I genitori, soprattutto quelli dal carattere “deciso” lasciano in noi un segno indelebile, anche se gli adulti che saremo spetta soltanto a noi deciderlo.
Credo che Natascia abbia trovato la sua strada e il suo modo di esprimere sé stessa in maniera esemplare.

“I genitori possono solo dare buoni consigli o metterli sulla giusta strada, ma la formazione finale del carattere di una persona giace nelle sue stesse mani.”
– Anna Frank –

Quando mi parla delle sue passioni, degli impegni che affronta sempre con entusiasmo le brillano gli occhi e mi dice che in lei sono presenti due “anime” attraverso le quali esprime le sue sfumature del suo mondo interiore. Natascia è artista e organizzatrice di eventi. Ricorda i 33 premi, di cui 21 primi posti, di canto corale vinti ai concorsi internazionale con il padre e le esibizioni con il fratello in cui lui suonava il pianoforte e lei cantava. Tra le sue esperienza le piace ricordare quella della prima mondiale dell’opera contemporanea dedicata a Giorgio Perlasca al Casinò e al Teatro Ariston di Sanremo, nella quale si era esibita come cantante e attrice: un’occasione straordinaria, un omaggio all’uomo che durante il secondo conflitto mondiale salvò la vita di oltre cinquemila ebrei e la cui memoria oggi è eternata nel Giardino dei Giusti a Gerusalemme. “Cantare e recitare non è stato semplice, ha rappresentato una bella sfida ripagata dalla grande soddisfazione e dal successo. Avevo 35 anni, è stata un’esperienza che mi ha donato molto dal punto di vista professionale e umano, sono entrata in contatto con grandi personalità e porto con me grandi emozioni.

Insieme al fratello, Natascia ha dato vita ad uno spazio metafisico, l’Anfiteatro “dell’Anima”, costruito in un terreno di famiglia su una collina di Cervere, in provincia di Cuneo, e all’Associazione Arturo Toscanini. Ha inoltre ideato due Festival, che organizza rispettivamente da 14 e da 7 anni), uno più classico e uno di taglio più pop: il Festival “La Santità Sconosciuta” e “Anima Festival”: “Adoro organizzare eventi musicali, tutte le varie fasi, risolvere i problemi, per me è adrenalinico. Quando ci sono dei problemi non mi faccio sopraffare dall’ansia, anzi, se mi trovo in situazione difficile tiro il meglio di me per trovare la soluzione.

Natascia e il fratello Ivan sono legati dalla stessa passione per la musica, la loro unione e complementarietà, nonostante ci sia una sana competizione, gli ha permesso di vincere tante belle sfide.

Parlare con lei mi ha portata a riflettere sulla misura in cui il lavoro che svolgi possa condizionare anche il tuo modo di entrare in relazione con le persone.

“Quando studi canto e suoni il pianoforte lo fai in “solitario”, sei tu, la tua voce e lo strumento, anche se poi quello che crei lo doni agli altri. Attraverso l’organizzazione degli eventi esprimo me stessa in costante relazione con gli altri. Il modo di comunicare con le persone, entrare in empatia con chi hai davanti, conoscerne e percepirne le esigenze sono aspetti per me estremamente stimolanti. Creare qualcosa dal nulla per me rappresenta una missione.”

Uto Ughi

© Uto Ughi

Quando era piccola Natascia faceva la coda fuori dei teatri con suo padre, anche per ore, per assistere ai concerti di Uto Ughi. Dieci anni fa mai avrebbe immaginato di ricevere un’offerta di lavoro dal celebre artista per poi diventare la manager e assistente alla segreteria artistica di uno dei più importanti violinisti al mondo.

“Da musicista ritengo che lavorare per un grande artista sia qualcosa di unico e straordinario, che ti forma. Essere del settore è per me un valore aggiunto e un vantaggio, il coinvolgimento è maggiore, conosco le esigenze dell’organizzazione dei concerti e di tutte le attività collegate. Comprendi la sacralità del suo lavoro e nutri un grande rispetto.”

Il consiglio di Natascia

“L’arte richiede passione e tenacia per affrontare ogni situazione e portarla avanti con determinazione, senza mollare mai. Ci vuole tanta preparazione e dedizione costante perché altrimenti non approdi a nulla e spesso lavori quando gli altri fanno festa perché sei tu che organizzi i concerti. Per le attività che svolgo c’è bisogno di grande sacrificio, a volte anche a scapito della vita personale, ma poi arrivano le soddisfazioni e le gratificazioni. Inoltre tutto deve essere affrontato con amore e umiltà, è la mia parola d’ordine”