Un collezionista poliedrico
Passione, ambizione, perseveranza
Passione, ambizione, perseveranza
Ci sono menti dinamiche che fai fatica a contenere, mettono in moto un progetto dietro l’altro e traggono godimento dai loro risultati. Paolo Annoni è sicuramente da annoverare tra queste, che grazie ad una sana ambizione riesce a realizzare passioni e sogni, continuando ad alimentare la sua “fame” con nuovi piani ed idee che per scaramanzia al momento non vuole rivelare.
Credo che la storia di Paolo parta tutta dall’amore che ha per la cucina e i vini, una passione tramandatagli dal padre e prima di lui dal nonno, che lavorava come cuoco nelle ambasciate. Paolo, infatti, ama andare e provare ogni tipologia di ristorante in giro per il mondo, e nel 2013 ne apre uno ai piedi del Castello Comunale Falletti di Barolo, il “Winebar Barolofriends”, nei locali storici adibiti un tempo a forno. Qualche anno prima, nel 2007, acquista una vigna nella zona del Barolo, nel cru Sarmassa: 1402 metri quadri per 498 ceppi distribuiti in 4 lunghi filari di Nebbiolo da Barolo, dai quali ricavava 800 bottiglie all’anno e ha prodotto 10 annate dal 2007 al 2016. Paolo, che ama dedicarsi alle sue passioni con impegno e serietà, a causa del poco tempo a disposizione, decide di vendere nel 2019 il ristorante e nel 2017 la vigna.
Lo sappiamo, la vita a volte ci sorprende e ci riserva occasioni inaspettate. Nel 1985 un amico di Paolo gli regala un cavatappi antico: l’”Excelsior” brevettato da Jacques Pérille nel 1880, un esemplare francese molto affascinante. Da quel momento in poi qualcosa dentro di Paolo cambia, cresce e alimenta in lui l’attrazione per i cavatappi. La curiosità e il fascino di questo strumento particolare lo ammalia a tal punto da spingerlo a leggere libri su libri, andare ai mercatini d’antiquariato e confrontarsi con altri collezionisti. Gli esemplari di cavatappi in suo possesso cominciano ad aumentare e allo stesso modo il suo desiderio di averne sempre di più: i passi successivi sono la frequentazione di antiquari specializzati e la partecipazione alle aste di Christie’s e Sotheby’s.
Non vi ho detto che Paolo è un farmacista e che prima di aprire il museo di cavatappi aveva una farmacia a Carrù, in provincia di Cuneo, che nel 2005 decide di vendere. Nel suo anno sabbatico in realtà continua a lavorare nel settore, sostituendo qua e là qualche collega. Un giorno si trova a Barolo per lavoro e si imbatte nei locali che attualmente ospitano il Museo: l’antica sede della Cantina Abbona, accanto al Castello dei Marchesi Tancredi Falletti e della Marchesa Colbert, “madrina” con l’enologo Oudart del Barolo, attualmente sede del Museo internazionale WIMU. Da quel momento parte l’avventura del suo personale museo.
Paolo nel 2006 inaugura il museo con l’obiettivo di condividere la sua passione con il pubblico, per lui le collezioni sono un bene di tutti. Oggi possiede 1700 esemplari di cavatappi di cui alcuni particolarmente rari e preziosi. Nel museo troviamo 600 cavatappi antichi dal 1600 ai giorni d’oggi, ammirati da circa 13 mila curiosi e appassionati all’anno. Ci sono 19 sezioni: nelle prime viene raccontata l’evoluzione tecnica e tecnologica del cavatappi e nelle seconde ammiriamo una suddivisione a tema con esemplari decorativi, figurativi e preziosi.
Il cavatappi nasce in Inghilterra nella seconda metà del 1600, anche se non c’è la certezza assoluta, ma per il primo brevetto ufficiale dobbiamo aspettare la seconda metà del 1700, esattamente il 1795, grazie al reverendo Samuel Henshall.
Pochi sanno che esistono dei cavatappi in miniatura. Nel ‘700 le nobildonne avevano delle “mignon” di cristallo contenenti il profumo, chiuse da un mini tappo in sughero. Per aprirle era necessario utilizzare un cavatappi in miniatura. Solo le donne appartenenti ad un ceto sociale elevato potevano permettersi di acquistare i profumi, per questo motivo anche i cavatappi venivano costruiti con materiali preziosi: argento, oro, con il cappuccio in madreperla, con lo stemma del casato nobiliare ecc…Lo stesso principio valeva per i medicinali conservati all’interno di botticini di vetro e con il tappo in sughero. In entrambi i casi il mini cavatappi era venduto insieme alla bottiglia.
Per l’estrazione a strappo del tappo dalla bottiglia è richiesto uno sforzo notevole pari a circa 50 kg con un braccio e per i tappi inchiodati si può arrivare anche a 100 kg. Per questo motivo sono stati studiati diversi meccanismi per favorire l’estrazione: per esempio, ad una leva, a due leve, multi leve…
Al mondo esistono 6 musei dei cavatappi: due in Italia, due in Francia, uno negli Stati Uniti e uno in Romania.
È risaputo che i collezionisti vivano quasi con ossessione la loro passione. La scoperta, la ricerca, anche per anni, e l’ottenimento di un esemplare desiderato è fonte di grande soddisfazione. Paolo, qualche tempo fa, era affascinato da un cavatappi della metà del ‘600 che possedeva un suo amico collezionista di Denver.
Ahimè l’amico non aveva nessuna intenzione di venderglielo, così Paolo con tanta pazienza ha aspettato per anni e un giorno il collezionista americano era alla ricerca di un cavatappi che Paolo fortunatamente possedeva. Così dopo molta attesa avviene lo scambio tanto desiderato e con un’integrazione di denaro Paolo aggiunge alla sua collezione un altro esemplare prezioso.
Naturalmente per Paolo testare un nuovo cavatappi è sempre un ottimo pretesto per bere una buona bottiglia di vino.
L’amore per il vino di Paolo trova la sua espressione anche all’interno del museo, che, oltre ad accogliere la collezione, ospita la sua enoteca, dove è possibile degustare i vini acquistati direttamente dai produttori della zona, ma anche dall’Italia e dall’estero, seppur in quantità minore, solo il 10%. Le annate delle bottiglie partono dal 1947, tra quelle esposte e non in vendita invece troviamo l’annata storica del 1897 Vignolo Lutati, storici produttori del territorio che al vino hanno scritto anche diversi trattati.
“L’emozione di aprire una bottiglia storica è grande, non sai mai come il vino ha reagito, le premesse erano buone e sono state soddisfatte sia nei colori che nel profumo e gusto”. Paolo parla dell’annata più vecchia che ha bevuto, un Barolo Monfortino del 1943.”
Tra i miei cavatappi preferiti c’è quello a due lame, chiamato il cavatappi del maggiordomo, una storia curiosa e divertente che vi invito a sentire direttamente dal racconto di Paolo e magari dopo avere comprato una bottiglia di vino al museo o in una cantina delle Langhe, la aprite con il cavatappi dalla simpatica storia acquistato direttamente da Paolo.
“Fare tutto con passione, così la fatica e il lavoro non ti peserà e dopo ne trarrai solo grandi soddisfazioni, ogni situazione va affrontata senza paura. Se ti piace qualcosa devi studiare tanto e imparare da chi ha le competenze, diventa un esperto del settore. Realizzati in ciò che ami e se poi scopri che non è il lavoro della tua vita, intanto ci hai provato e poi riparti con qualcos’altro.”