Non saprei da dove cominciare!

Quando incontri la passione, il genio, la creatività, la simpatia e l’intraprendenza, la parola sembra un confine invalicabile, ma poi chiudi gli occhi, respiri lentamente e cominci a percepire le sensazioni e le vibrazioni di chi ti ha regalato emozioni, e la parola ritorna a scorrere come un fiume in piena.

Siamo a Firenze Oltrarno a pochi passi dal Ponte Vecchio nello storico quartiere Santo Spirito in piazza Passera, una cara amica e bravissima fotografa mi dice che qui c’è una buona osteria gestita da un suo amico: l’Osteria Tripperia Il Magazzino. Il nome del locale è invitante e non esito ad accettare la proposta.

L’atmosfera della piazza è frizzante, c’è gente, ma non troppa, l’aria è calda e leggermente “mossa”, la mia solita curiosità di scoprire qualcosa di nuovo o diverso è alle stelle, ci sono tutti i presupposti per una serata speciale.

Veniamo accolte con cortesia e simpatia, ci sediamo, mi guardo in giro e mi sento estremamente a mio agio. Appena leggo il menu mi scappa un sorriso e penso: sono a Firenze o a Sferracavallo in Sicilia?

Peposo dell’Impruneta, Totani di Bosco, pasta con la Bottarga di Tonno di Trapani e Sushi di Lampredotto sono i piatti che mi saltano subito all’occhio e li ordiniamo al volo.  

Quando il proprietario dell’Osteria si avvicina al nostro tavolo non resisto e gli chiedo di raccontarmi del suo menu originale.

Luca Cai è una persona entusiasta, geniale, intraprendente e simpatica. Dalle sue parole si intuisce quanto gli piaccia “giocare” e offrire ai suoi clienti un’esperienza fuori dal comune.

Nel 95’ comincia la sua attività di trippaio, vende panini con lampredotto per strada, nel 2014 invece parte l’avventura dell’Osteria Tripperia Il Magazzino. Il vecchio magazzino di un trippaio da quel momento ospita un’osteria molto apprezzata dai fiorentini e dai turisti.

Totani di Bosco e sushi di lampredotto

Luca si diverte a ideare i suoi piatti, il gioco tra terra e mare è evidente, scopro solo alla fine della serata il motivo.

I totani di bosco in realtà sono degli anelli di trippa che possono facilmente sembrare dei totani, Luca mi racconta divertito qualche aneddoto.                                                                                                                                              “Qualcuno si aspetta davvero i totani e qualcun altro crede veramente di mangiare pesce, l’aspetto in effetti trae in inganno”:

Il mio amore per la cucina giapponese mi ha fatto apprezzare particolarmente il Sushi al Lampredotto.

“Avevo due stagisti giapponesi e in un’occasione di una cena a tema sul Giappone ho provato a realizzare diversi piatti originali, il sushi al lampredotto è quello che mi è piacito di più e che ha riscosso il piacere dei miei clienti”

Descrivere i due piatti è superfluo, dovete andare a provarli, l’esplosione di sensazioni olfattive, gustative, ma anche evocative, sono molto personali. Io ne sono rimasta incantata, mi sentivo come una bambina che mangia qualcosa mai provato prima e che non smetterebbe mai di mangiarlo.

Cosa dire del Peposo dell’Impruneta? Forse è il piatto a cui Luca è più affezionato, un po’ per la storia interessante legata a Brunelleschi e alla cupola di Firenze, e poi perchè Luca è dell’Impruneta, una cittadina a circa 20 km da Firenze.

Peposo All'Impruneta

Il peposo è uno dei piatti toscani più tradizionali e gustosi, è uno spezzatino di manzo cotto a lungo nel vino e pepe. Nel 2010 il Comune di Impruneta insieme alla Delegazione Firenze-Pitti dell’Accademia Italiana della Cucina ha depositato il disciplinare del Peposo all’Imprunetina, un insieme di norme, tecniche e ingredienti, per preparare il piatto come veniva cucinato nel 1300.

“È nato nella zona tra l’Impruneta e Greve in Chianti a Sud di Firenze dove c’erano diverse fornaci che producevano mattoni ma anche i classici orci in terracotta. I fornacini’, ossia gli operai che ci lavoravano, spesso utilizzavano i forni per cuocere il loro pranzo. Mettevano all’imboccatura del forno un contenitore, ovviamente di coccio, con pezzi di carne che non erano né tra i più pregiati né tra i più freschi. Nella maggior parte dei casi si trattava di pezzi di muscolo e di zampetto. Il tutto veniva lasciato a cuocere senza che nessuno se ne occupasse, così Il tempo ed il calore compivano il miracolo ed alla fine i fornarini si ritrovavano una carne tenera come il burro immersa in un intingolo gustosissimo.

Ma sapete che questo piatto c’entra anche con la costruzione della Cupola di Firenze? Il Brunelleschi si era accorto, infatti, che gli operai, scendendo per pranzo, perdevano un sacco di tempo e per lo più tornavano anche ubriachi! Visto che già si riforniva all’Impruneta per i mattoni pensò bene di rivolgersi ai ‘fornacini’ anche per il ‘catering’! Insieme ai mattoni, infatti, faceva arrivare gli orci con il peposo che, insieme al vino, con gli argani faceva salire direttamente fino alle impalcature dove erano gli operai. Gli operai erano contenti, il vino non era mai troppo così da non potersi ubriacare e senza il dover scendere e risalire per la pausa pranzo si poteva lavorare con ritmi più serrati.” da www.toscanainside.com 

La serata non poteva che chiudersi in bellezza, Luca ci tiene a farci assaggiare un dolce che ha personalmente rivisitato. 

Guardo incuriosita la fetta di torta e riconosco subito la cassata siciliana infornata. La avvicino alla bocca e il profumo mi riporta indietro nel tempo, ai pranzi in campagna con i cugini, nelle calde giornate siciliane. È soffice, leggera e si scioglie in bocca delicatamente. La versione della cassata di Luca è assolutamente da provare. 

Io, la bottarga di tonno di Trapani e Luca.                            

 

“Amo la Sicilia, ci torno tutti gli anni e ho molti amici, mi piace particolarmente Palermo”. Adesso tutto torna!

L’amore per qualcosa o per qualcuno ci permette di tirare fuori la parte migliore di noi stessi. L’amore per la sua terra e per la Sicilia, per il suo lavoro e per il gioco rende l’esperienza all’Osteria Tripperia Il Magazzino unica e autentica. Il menu di Luca sembra rispecchiarlo alla perfezione.

Ci sarebbe tanto altro da raccontare, sicuramente la prossima volta che andrò a Firenze tornerò a fare due chiacchiere con Luca e a vedere cos’altro si è inventato.

© Foto: Io, la bottarga di tonno di Trapani e Luca di Francesca Fumagalli