“Non bisogna solo ‘dire’ ma anche ‘dare’.”
Le parole di una professionista dalla creatività spiccata.
Le parole di una professionista dalla creatività spiccata.
“Nel mio lavoro principale, la scrittura, è una questione di vocali, non bisogna solo ‘dire’ ma anche ‘dare’.”
In questa frase di Germana Cabrelle, giornalista di Travel e Lifestyle, troviamo la sua essenza, quella di una persona sensibile e creativa. “Dare” non è altro che amore verso l’altro, è donare una parte di sé.
Ho incontrato Germana per lavoro diversi anni fa ed è stato amore a prima vista 😊 Mi ha trasmesso grande tenerezza, estrema professionalità e soprattutto fiducia.
“La mattina mi interrogo, cosa posso dare?”: attraverso la scrittura Germana trasmette ciò che ha dentro, la sua interiorità, frutto anche delle sue passioni e della sua conoscenza. “Quando leggo un libro, dopo averlo chiuso, devo aver ricevuto qualcosa in più che mi arricchisce. Ecco, questo mi motiva a ‘dare’, arricchire l’altro, e non solo a ‘dire’.”
Giornalista professionista, dal 1982 lavora per Il Gazzettino e negli anni ’90 comincia a scrivere di reportage immobiliari per Ville e Casali in giro per l’Italia ma anche all’estero. Successivamente, sempre per Ville e Casali, scrive anche di destinazioni avviando collaborazioni con testate di enogastronomia, quali La Cucina Italiana e Food&Beverage, e di turismo come Vanity Fair e Travel News, e di economia, con Economy. Germana è anche ghost writer, le piace molto scrivere biografie aziendali e inoltre svolge attività di comunicazione nel settore turistico.
Per lei scrivere di vino è diventata una grande passione, arrivata dopo aver preso il diploma alberghiero serale a Castelfranco Veneto. Mi ha incuriosito apprendere della sua decisione di frequentare l’Alberghiero e così le ho chiesto la motivazione: “per me conoscere a fondo l’argomento di cui scrivo è importante e necessario.”
Germana è una persona particolare e unica, caratteristiche che la rendono molto speciale.
La maestra delle elementari leggeva i suoi temi nell’atrio della scuola davanti a tutte le classi e ai maestri perché ascoltare la fantasia e la creatività presenti nelle sue storie era un momento “magico”.
“Scrivere è un’attitudine che ti senti dentro, un modo di esprimersi. Mi vengono meglio i pensieri scritti che dialogati, è un mio tratto distintivo”.
Scrive ormai da quarant’anni, da quando, a diciott’anni, una sua vecchia maestra la introduce al Gazzettino attraverso il marito che lavora per la tipografia del giornale.
“Verso l’esterno io sono molto socievole, simpatica, invece nel mio intimo, nel quotidiano sono molto riflessiva, introspettiva.”
Ci tiene a sottolineare che soprattutto nel suo approccio al lavoro si identifica con la matrice del suo nome, “sorella”, a dispetto dell’anagramma del nome Germana, cioè “manager”, caratteristica da cui si sente distante.
La doppia natura di Germana è molto affascinante, è un aspetto che secondo me favorisce molto la sua creatività. Il “silenzio”, caratteristica dell’introspezione, ti pone in ascolto del mondo interiore ed esteriore; è allo stesso tempo “presenza” co-creativa.
Sarà per questo motivo che Germana ama anche esprimersi attraverso l’immagine? La fotografia, il disegno, la grafica e la streets art sono tra le sue passioni. Mi racconta, quasi con affetto, di avere comprato una “piccola” Leica con cui si diletta a raccontare la realtà. A proposito di ironia e creatività, dieci anni fa Germana ha ideato un taccuino tascabile dal concept esclusivamente veneto, il Moskardin, giocando con il suono della Moleskin e trovando ispirazione dagli abitanti della laguna. Ha personalmente disegnato il polpo con sette tentacoli, come le sette provincie venete, che un grafico ha poi convertito in logo. Il progetto è stato accolto con grande entusiasmo tanto che Germana è stata soprannominata “Madame Moskardin”
C’è un aspetto misterioso e profondo di Germana che ritroviamo nella sua passione per i gatti e per i Sacri Tarocchi, un percorso, quest’ultimo, di studio e di conoscenza interiore che favorisce una migliore comprensione di sé stessi e del mondo. Mi affascina il concetto dell’associazione dei numeri alle 21 figure degli Arcani Superiori, ogni numero ha una vibrazione energetica e quelli della nostra data di nascita li portiamo con noi per tutta la vita. Mi racconta del numero 7, presente nella mia data di nascita e ricorrente nella mia quotidianità, è associato al carro e rappresenta il movimento. Beh, liberi di credere o meno a questa antica tradizione fatta di immagini, una serie di antiche conoscenze che funzionano da archetipi, come racconta più volte il regista e scrittore cileno Alejandro Jodorowski, ma per quanto mi riguarda, ha inquadrato in pieno la mia personalità sempre in movimento con la mente e con il corpo.
Possiamo dunque affermare che per Germana i numeri sono importanti e durante la chiacchierata scopro che quando ho proposto l’orario dell’intervista, le 11:30, mi è andata bene: il numero 11 rappresenta la forza e il 30 la comunicazione. Mi raccomando, tenete a mente questo orario per i vostri prossimi appuntamenti 😉
“Collaborare, non competere. Non è solo la sommatoria delle competenze che fa il team, ma il moltiplicatore anche di entusiasmo. Osservare: l’osservazione di tutto quello che ci circonda e che accade, perché può essere da stimolo per comprendere cose dell’altro e cose che ci posso essere utili dal punto di vista lavorativo. Avere dubbi: è un altro consiglio che mi sento di dare, ‘So di non sapere’ come Socrate ci insegna. Solo attraverso il dubbio mi metto in discussione e posso anche accettare un contraddittorio o comunque un confronto.”