“Quale mondo giaccia al di là di questo mare non so, ma ogni mare ha un’altra riva, e arriverò.” Pavese, Il mestiere di vivere

Che il mare sia agitato o calmo, che il vento soffiando ti travolga o ti accarezzi delicatamente i capelli in un movimento sinuoso, l’esperienza di solcare il mare in piena libertà ti porta immancabilmente verso nuovi orizzonti, nuove rive.

Viaggiare ti dà quella sensazione di piena libertà e pieno moto fisico ma soprattutto emozioni e idee sempre in divenire. C’è chi di viaggi vive, c’è chi con i viaggi regala sogni e progetti.

Ho incontrato Angelo in una bella giornata di sole a Torino per scambiare due chiacchiere, lui sì che si intende di viaggi e di sogni. Per lui viaggiare è quasi fisiologico, non può farne a meno, ha dedicato tutta la sua vita alla scoperta di luoghi e persone che sono diventati suo prezioso bagaglio, per il quale è grato alla vita.

Per chi lavora nel settore dell’editoria turistica e nella promozione territoriale Angelo Pittro, il direttore di Lonely Planet Italia, è un’icona. Come la casa madre, del resto, che con le sue guide per viaggiatori indipendenti che amano organizzare il viaggio in autonomia è stata compagna inseparabile di generazioni di giovani e meno giovani. A partire dagli anni ’70 dello scorso secolo, Lonely Planet ha davvero rivoluzionato i contenuti ma anche il linguaggio del viaggio, rivolgendosi al pubblico in tono più libero e diretto, meno “ingessato”.

Quella di Angelo è una figura eclettica e trasversale che si occupa di marketing e commercializzazione, dell’organizzazione dell’Ulisse Fest e naturalmente di editoria. Da ben ventidue anni anima il marchio Lonely Planet nel mercato italiano, attraverso la casa editrice EDT, che dal 1992 ha portato le guide più famose del mondo nel nostro mercato.

A volte quando si lavora tanto per realizzare i sogni degli altri ci si dimentica di sé stessi, ma Angelo si ritiene un uomo fortunato perché è riuscito a trovare un ambito professionale che gli ha consentito di conciliare le sue passioni, gli interessi e in particolare quello del viaggio, con le sue curiosità e la voglia di far bene le cose.

Senza ombra di dubbio, tra le persone che lo hanno maggiormente ispirato nella vita dal punto di vista professionale ci sono Tony e Maureen Wheeler, i fondatori di Lonely Planet, che negli anni ’70 sono partiti dall’Inghilterra quando avevano meno di 25 anni per fare un viaggio via terra che un anno dopo li ha visti approdare in Australia. Negli anni la coppia è stata capace di costruire un impero, un’impresa economica e culturale. Sono riusciti a far tutto questo con la modalità di approccio all’organizzazione lavorativa che oggi sta diventando diffuso, lo smartworking, ma anche con un rapporto tra proprietari e dipendenti molto easy. A livello personale poi, Angelo, ha avuto la fortuna di imbattersi, negli anni della scuola e dell’università, in insegnanti che l’hanno motivato e l’hanno spinto ad insistere sul suo sogno di lavorare nel mondo complesso dell’editoria e della cultura. Angelo deve inoltre moltissimo alla famiglia Peruccio, editori della casa editrice EDT.

“Abbiamo un grande marchio alle spalle ma siamo una piccola azienda e ogni volta che la mattina mi sveglio penso che quello che posso fare potrà aiutare a dare lavoro alle persone che fanno parte del nostro team. Anche se può suonare retorico, la percezione è quella di una grande famiglia. 70 dipendenti che lavorano con noi da molti anni e vogliono bene alla casa editrice alla quale garantire un futuro”.

Il consiglio di Angelo

“Non dedicare tutte le proprie risorse allo studio e aspettare di avere tutti i titoli necessari per affacciarsi al mondo del lavoro. Dedicarsi a lavori, che apparentemente non hanno nulla a che vedere con ciò che vorresti intraprendere nella tua vita, è vincente. Io personalmente ho cominciato a lavorare a 15 anni come operaio in una piccola officina metalmeccanica. Non era assolutamente quello che volevo fare, eppure quell’esperienza mi ha insegnato molto.”

Oggi mi piacerebbe vivere in un mondo meno sconquassato, rispetto a quello che abbiamo attraversato in questi anni e cercare di non fare soltanto il nostro interesse personale a scapito di quello collettivo. Alla lunga questo si ritorce prepotentemente contro di noi.”